Berlino rinasce, il prequel di “La casa di carta”: «Il mio personaggio psicopatico dalla tragedia alla commedia»

Alonso racconta il prequel di “La casa di carta”, in onda su Netflix

La morte del suo protagonista ne “La casa di carta” è stata la più rimpianta, traumatica e sconcertante. Ma ora sta per tornare e con una serie tutta sua, “Berlino” (dal 29 dicembre su Netflix). Lo spin-off in otto episodi vede al lavoro una nuova banda, capitanata appunto dal personaggio interpretato da Pedro Alonso, anche se con due grandi ritorni, le donne di legge Raquel Murillo e Alicia Sierra (interpretate da Itziar Ituno e Najwa Nimri). L’attore ha chiuso ieri il tour promozionale a Roma con i colleghi Michelle Jenner (Keila, il genio del gruppo) e Tristàn Ulloa (il professore Damiàn) per svelare appunto i retroscena della giovinezza di Berlino e un colpo da 44 milioni in ballo. In cosa – età a parte – cambia il personaggio? «Per certi versi – spiega Pedro Alonso – resta lo stesso psicopatico ed egoista di sempre, ma stavolta lo raccontiamo con i toni della commedia invece che della tragedia».

La serie-madre ha ispirato l’attivismo e le proteste contro le ingiustizie in tutto il mondo, stavolta lo scopo è un altro: «Il creatore Alex Pina – gli fa eco Ulloa – ha spiegato che si tratta di intrattenimento puro e necessario in un mondo alle prese con grandi crisi, con le guerre in Ucraina e Palestina, e molti altri problemi». Non che Berlino sia diventato un tenerone empatico, sia chiaro, ma un romantico sì, almeno secondo Michelle Jenner: «Tutti i complici nel colpo sono alle prese con l’amore. E si sa che le relazioni sconvolgono, destabilizzano e rischiano di mandare all’aria anche il piano più meticoloso. Il mio personaggio, poi, vuole avere tutto sotto controllo e non capisce quanto potente possa essere la passione».

Quando “La casa di carta” è uscita in Spagna non ha avuto granché successo (motivo per cui nel gran finale della prima stagione Berlino ci rimaneva secco), il boom è arrivato grazie alla piattaforma che ha trasformato in fenomeno pop un mezzo flop. Le aspettative su questo progetto sono altissime: «Lo so – conclude Pedro Alonso – ma non ha senso preoccuparsi di ciò che non si controlla. Il 95% dei nostri pensieri è inutile, quindi io mi concentro su cose maggiormente a portata di mano, come questo panettone». Dice di essere una buona forchetta, intanto evita gli spoiler e confonde la stampa: «Dico solo una cosa: sono grato alla stabilità che questo ruolo mi ha dato come attore, alla libertà di curare progetti miei. Sono innamorato della vita, ma anche fortunato a vivere quella che ho».

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