La via della seta: da Tashkent a Samarcanda, Bukhara e Khiva. L'Uzbekistan magico

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Khiva, lo splendore dell'Itchan Kala

Il centro storico è molto ben conservato, ci si aggira tra moschee, palazzi e madrase; dopo il blu di Samarcanda e il color sabbia di Bukhara si resta affascinati dal turchese delle piastrelle delle decorazioni della Città vecchia, si ha la sensazione di camminare in un museo a cielo aperto. Lascia esterrefatti il minareto Kalta Minor, incompiuto, che catalizza lo sguardo da qualsiasi parte della città lo si guardi. Tra gli altri monumenti la Madrasa del Khan Mohammed Amin è tra i più belli: fu costruita tra il 1852 e il 1855; poteva ospitare circa 250 studenti. Oggi l’edificio è stato trasformato in un hotel di lusso. Si oltrepassa il maestoso portale d’ingresso e si accede in un cortile dove un tempo venivano impartite le lezioni. A sinistra si trova la Moschea che ospita il bar dell’albergo. La Madrasa Allakuli Khan fu costruita nel 1834; la facciata principale è decorata con maioliche bianche e blu. La Moschea Djuma risale al X secolo, ma fu ricostruita nel XVIII secolo e restaurata tra il 1996 e il 1997. Il suo interno è costituito da un’unica grande sala con 218 colonne di legno.

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