Richard Gere risponde a Salvini: «Sono un privilegiato, ma non ho un aereo privato». L'attore intervistato su Rai3

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«Non erano migranti economici»

Chi veniva dalla Libia «aveva la speranza di trovare salvezza. Stiamo parlando di salvezza non di migranti economici. Queste persone rischiano la vita. Sono sottoposte a torture fisiche e mentali, soprattutto le donne che vengono trasformate in schiave del sesso. Arrivato a bordo di Open Arms mi sono reso conto di quanto la situazione fosse seria. La gente stava con delle tende sul ponte della nave. Io ho visto circa 124 persone a bordo, all'addiaccio praticamente».

«Ho incontrato volontari provenienti da tutto il mondo che distribuivano farmaci, cibo, acqua - ha raccontato l'attore - . C'erano anche medici ed esperti che davano assistenza psicologica a persone che erano traumatizzate non solo dal naufragio ma anche dalle settimane e dai mesi necessari per arrivare alle sponde del Mediterraneo. Avevano vissuto l'inferno in Libia, finalmente erano saliti su una carretta del mare e poi sono stati salvati da Open Arms».

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