Musicista ucciso, i funerali a Napoli. L'arcivescovo: «Perdona chi tarda a rendere la nostra città più sicura»

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Musicista ucciso, i funerali a Napoli. L'arcivescovo: «Troppi silenzi, fanno male»

«Giovanbattista, figlio di Napoli, accetta la richiesta di perdono della tua città. Accetta le scuse, forse ancora troppo poche, di coloro che si girano ogni giorno dall'altra parte, che pur occupando incarichi di responsabilità hanno tardato e tardano a mettere in campo le azioni necessarie per una città più sicura, in cui tanti giovani, troppi giovani perdono la vita per mano di loro coetanei». Lo ha detto il vescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, nell'omelia durante i funerali di Giovanbattista Cutolo. «Perdona - ha aggiunto - tutti gli adulti di Napoli, coloro che dimenticano che i bambini, gli adolescenti, i giovani sono figli di tutti e tutti devono prendersene cura», di fronte «a una deriva fatta di egoismo e di indifferenza, di individualismo e narcisismo, secondo cui è importante ritagliarsi il proprio posto al sole senza curarsi invece di chi cresce e vive nell'ombra del malaffare, del disagio, della criminalità». Il vescovo ha chiesto perdono pure per se stesso, «perché sono colpevole anche io», ha detto. «Ho cercato di adoperarmi con tutto me stesso, di appellarmi alle istituzioni locali e nazionali, alla buona volontà di tutti ma evidentemente non è bastato, forse avrei dovuto non solo appellarmi ma gridare fino a quando le promesse non si fossero trasformate in progetti e le parole e i proclami in azioni concrete. Perdonami se non ho gridato abbastanza, perdona me e la mia Chiesa se quello che facciamo, pur essendo tanto, è ancora poco, troppo poco».

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