Matteo Messina Denaro operato per occlusione intestinale. Il legale: «Non può stare al 41 bis».

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Matteo Messina Denaro: cosa ha fatto

Matteo Messina Denaro è stato per 30 anni il più importante latitante mafioso italiano e il leader di Cosa Nostra. Vicinissimo a Totò Riina, il boss di Castelvetrano e della mafia trapanese ha stretto un’alleanza con i corleonesi e ha partecipato alla guerra tra cosche. Tradotto: omicidi, tanti. Esecuzioni atroci: strangolamento e poi scioglimento dei cadaveri nell'acido. Ma un numero totale degli omicidi non c'è. Su di lui pendono accuse di stragi, e di conseguenza anche diversi ergastoli. Si va dalle bombe del ‘93 al sequestro e l’omicidio di un bambino, Giuseppe Di Matteo. È coinvolto nelle stragi del ‘92, in cui furono uccisi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Messina Denaro ha avuto un ruolo di spicco nella pianificazione di quegli attentati. È stato arrestato il 16 gennaio 2023 in una clinica privata di Palermo. Matteo Messina Denaro, i processi e le condanne all'ergastolo Nel 1999, Messina Denaro subì la prima condanna all'ergastolo in contumacia insieme a Vincenzo Virga e Nicolò Di Trapani come mandanti dell'omicidio di Giuseppe Montalto, agente di polizia penitenziaria in servizio all'Ucciardone di Palermo, ucciso a Palma (una frazione di Trapani) nel 1995.Nel 2000 arriva un altro ergastolo in contumacia insieme con Giuseppe Graviano, Leoluca Bagarella e Salvatore Riina per gli attentati dinamitardi del 1993 a Firenze, Milano e Roma. Nello stesso anno, nel maxiprocesso Omega, viene condannato ad un altro ergastolo in contumacia, insieme ad altri 33 mafiosi trapanesi. Nel 2003 arriva in quarto ergastolo in contumacia insieme a Totò Riina, Leoluca Bagarella, Andrea Mangiaracina, Salvatore Madonia nel processo celebrato dinanzi la Corte d'assise di Trapani e denominato "Arca", nel quale erano accusati di un centinaio di omicidi avvenuti nei primi anni '90 durante la faida mafiosa di Alcamo combattuta fra i corleonesi e il clan stiddaro dei Greco. Nel 2012, nuova condanna all'ergastolo in contumacia per il sequestro e l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo insieme ai boss Filippo e Giuseppe Graviano. Nel ottobre 2020 anche la Corte d'assise di Caltanissetta, condanna all'ergastolo Messina Denaro in contumacia per le stragi di Capaci e via D'Amelio. Il 19 luglio 2023, accogliendo la richiesta dell'accusa, è stato condannato all'ergastolo in appello dalla Corte d'assise di Caltanissetta, come uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D'Amelio.

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