Matteo Di Pietro arrestato, è ai domiciliari: «Pericolo di fuga». Niente smartphone, pc e tablet: può influenzare gli amici

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Rischio fuga e inquinamento prove

Il gip ha accolto l'impianto accusatorio della Procura: è ipotizzabile che le esigenze cautelari siano legate in primo luogo al rischio di inquinamento probatorio e in secondo luogo alla possibile reiterazione del reato oltre che al pericolo di fuga. Di Pietro non ha possibilità di comunicare con l'esterno. Non può accendere pc, tablet e smartphone. Una misura che gli eviterà di parlare con gli amici. Il rischio, secondo i pm, è che posso influenzare le loro testimonianze.

La richiesta della procura si basa anche sulle prime informative trasmesse dalle forze dell'ordine e sugli elementi raccolti nei primi giorni delle indagini tra cui anche il risultato del narcotest a cui è stato sottoposto il ragazzo da cui è emerso la presenza nel sangue di tracce di cannabinoidi. Un elemento che ha portato gli inquirenti a disporre ulteriori accertamenti, verifiche di «secondo livello» per potere cristallizzare la quantità e a quando risale l'assunzione della sostanza stupefacente da parte di Di Pietro.

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