Luca Ruffino «non aveva una grave malattia»: le prime indagini sul suicidio. I sei biglietti di scuse

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I bigliettini

Prima del tragico gesto, il 60enne - stando a quanto appreso - avrebbe lasciato alcuni biglietti indirizzati ai familiari. Secondo i primi accertamenti della polizia, l'arma utilizzata era regolarmente detenuta e nei fogli si farebbe riferimento a motivi personali. n totale sarebbero sei fogli, indirizzati a familiari e collaboratori, a cominciare proprio dai figli Mirko e Andrea, a cui comunicherebbe il suo dispiacere per il dolore che causerà loro il suo gesto. Su uno dei bigliettini, Ruffino spiegherebbe inoltre di aver scelto di togliersi la vita nella sua dimora milanese, invece che nella sede dei suoi uffici, per non turbare colleghi e dipendenti.Nessun passaggio sulle inchieste legate proprio alla Santanché - per cui pare non fosse mai stato ascoltato in procura -, né a ora è chiaro se soffrisse di gravi problemi di salute, forse confessati soltanto a pochi intimi.

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