Lavoro, Gen Z più penalizzata dallo stress. La psicologa: «In passato si tornava a casa e non si era più raggiungibili»

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Lavoro, Gen Z più penalizzata. La psicologa: «Troppo Lavoro, Gen Z più penalizzata dallo stress. La psicologa: «In passato si tornava a casa e non si era più raggiungibili»

Il lavoro è faticoso, stressante, porta via troppe energie. Si torna a casa dopo ore di viaggio con la batteria scarica, la lavatrice da fare, il letto sfatto, la cena da preparare e uno stipendio troppo basso per potersi permettere l'ennesima cena al ristorante o la consegna a domicilio. Se non vi è mai capitato di sentire questo tipo di lamentele da parte dei nuovi, giovani lavoratori, allora siete l'eccezione perché sempre più spesso le piattaforme social si affermano come valvola di sfogo per Gen Z e Millennial.

D'altra parte, sono molti gli adulti che rispondono con sufficienza a questo tipo di discorso, affermando che il lavoro è sacrificio e che, anzi, al giorno d'oggi è tutto più facile. Sicuramente il progresso tecnologico ha facilitato molti processi, ma di certo con l'efficienza non è arrivata la felicità: Kathleen Pike, professoressa di psicologia alla Columbia University e presidente di One Mind at Work, ha raccontato una delle cause primarie dello stress delle nuove generazioni e si tratta proprio della tecnologia.

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