Incidente Brandizzo, «Quel video è un testamento. Mio fratello si è fatto giustizia da sé». Salvini: chi ha sbagliato pagherà

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La lunga testimonianza in Procura

«L'ho detto per tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno». La testimone chiave dell'inchiesta sulla tragedia di Brandizzo è una dipendente delle Ferrovie di 25 anni. È lei che, dalla sala controllo di Chivasso, la sera del 30 agosto si è tenuta in contatto con il collega sul posto. Ed è lei, secondo quanto risulta dalle telefonate acquisite dagli investigatori, ad avere lanciato quegli avvertimenti rimasti inascoltati.

La giovane donna, trasferita a Chivasso dopo un primo periodo ad Alessandria con il sogno di raggiungere prima o poi una sede in Valle di Susa, dove abita la famiglia, ha trascorso l'intera giornata in procura a Ivrea. La sua deposizione é considerata molto utile per chiarire i contorni dell'incidente costato la vita a cinque operai. Ma non solo. Bisogna districarsi in una selva di regolamenti, procedure, termini tecnici. Sono tanti gli aspetti che interessano i magistrati. Capire, per esempio, se in quel tratto della linea ferroviaria era operativo il Cdb, un complesso meccanismo di sensori e circuiti elettrici che segnalano la presenza di rotabili sui binari. O se è vero che ci sono dei casi in cui gli operai cominciano i lavori in anticipo per evitare alle loro aziende di pagare salatissime penali.

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