Ilaria Salis, la lettera per l'anniversario in prigione: «Dopo un anno siamo ancora qui»

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«Giornate infernali»

Da lì in poi cominceranno «tre giorni di fermo e spostamenti concitati», alle prese con parole di cui non conosceva il significato, e poi l'arrivo «in galera». «Ga-le-ra», scrive scandendo le sillabe. «14 febbraio 2023», in rosso. «Per me si va nella città dolente», scrive citando ancora il poeta toscano. «Mi invade un vuoto prepotente e il tempo inizia a dilatarsi - ricorda Ilaria -. I colori tetri e stinti, la penombra, l'aria viziata, latrati dei carcerieri, i rituali di ingresso: tutto questo spettacolo rimarrà impresso con tinte sinistre dentro di me». L'insegnante ripercorre tutti gli step che l'hanno poi portata in cella. Dal «rituale di depositare gli oggetti personali» alla sensazione di sollievo quando le tolgono le manette dai polsi. Poi l'incontro con quegli agenti di polizia penitenziaria con «uniforme paramilitare» e «passamontagna nero». «Per giorni - scrive - non capisco assolutamente niente di ciò che mi succede intorno. Sono talmente sfinita che mi addormento in continuazione e quando cerco di metter qualcosa sotto i denti vomito tutto all'istante».

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