Giulia Tramontano, l'ultima chat con l'amante del killer il giorno dell'omicidio: «È da rinchiudere». La prova in macchina per scoprire il tradimento

2 di 3

Impagnatiello all'amante dopo l'omicidio: domani parliamo con Giulia

«Domani quindi?», «Anche domani, tutti e tre». Alle 22.30 del 27 maggio, poco dopo aver ammazzato la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese, Alessandro Impagnatiello assicurava alla collega 23enne, con cui aveva una relazione parallela, che il giorno seguente avrebbero parlato tutti insieme. Quel pomeriggio stesso le due donne si erano date appuntamento per confrontarsi sulle «bugie» e gli «inganni» dell'ex barman, dopo essersi sentite su WhatsApp e aver raccolto le «prove» del reciproco tradimento.

Un incontro al quale Impagnatiello aveva deciso di non partecipare, nonostante fosse stato lui stesso a proporre l'idea per primo. «Ne parliamo a voce tutti insieme», scriveva intorno alle 15 all'amante, per poi tornare sul discorso soltanto dopo aver ucciso Giulia con 37 coltellate nella loro abitazione a Senago nel Milanese. Sempre quella sera, insistendo con la collega per vedersi prima del fantomatico incontro a tre, le diceva: «Voglio definitivamente mettere un punto e chiarire tante cose. Non posso passare per ciò che non sono».

Dopo averla aspettata sotto casa, i due si erano parlati per pochi minuti senza che lei lo lasciasse entrare in casa, secondo quanto testimoniato ieri dalla giovane in aula nel processo a carico dell'uomo. Nelle ore successive, Impagnatiello aveva inscenato la scomparsa di Giulia, continuando a scriverle messaggi e andando insieme alla madre a sporgere denuncia ai carabinieri.

2 di 3
Mamma va a prendere il figlio in discoteca, un ubriaco la tampona con l'auto e la uccide: Marika aveva 45 anni
Israele, Noa e altri tre ostaggi liberati dalle forze speciali: la studentessa era stata rapita durante il rave party
Paolini-Swiatek 2-2: controbreak della polacca al quarto game del primo set
Natisone, il fratello di Cristian Molnar contro i soccorritori: «Operazione teatrale» Il legale della famiglia: morti colpa dei ritardi
Long Covid, il dramma di Francesca Lo Castro: «Vivo in sedia a rotelle a 36 anni, sto male e non mi credono»