Giulia Lavatura arrestata per l'omicidio della figlia, la zia: «Quando capirà cosa ha fatto a Wendy sarà una tragedia»

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L'accusa ai medici

«Giulia si recava al Centro di salute mentale ogni mese, partecipava a colloqui, ma il risultato è questo», spiega la zia. «È necessario rivedere l'intero sistema: non è accettabile che una persona malata debba prendere decisioni. Non è possibile che una persona malata debba decidere per se stessa. Quando noi parenti chiedevamo aiuto, ci dicevano che non potevamo decidere per lei, che la paziente avrebbe dovuto chiedere di farsi ricoverare. Ma come può una persona che non riconosce di essere malata a dire “ricoveratemi?». Proprio perché erano il padre e la zia a occuparsi di lei, Giulia aveva sviluppato odio nei loro confronti, come aveva scritto nell'ultimo post pubblicato su Facebook prima del tentato suicidio: «È per questo che poi la zia e il padre diventano i 'tiranni', perché sono stati loro a farla ricoverare, e per questo lei ha sviluppato quest'odio. Se i medici del Centro di salute mentale o gli assistenti sociali l'avessero seguita, comprendendo la sua situazione e intervenendo a casa, la storia sarebbe stata diversa. Invece, la famiglia con una persona malata in casa si trova completamente sola e abbandonata».

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