​Un mese senza Giulia Cecchettin: «Ecco cosa faremo per te»

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Giulia Cecchettin, un mese dopo il femminicidio che ha scosso l'Italia

Era sera, le telecamere riprendevano la colluttazione tra due giovani. Lei veniva tramortita in via Aldo Moro a Vigonovo per poi essere portata nel parcheggio di Fossò, dove sarebbe poi morta. Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, avrebbero riempito le pagine dei giornali. Si parlava di scomparsa, ma i dubbi erano tanti. Quel video è spuntato fuori molto dopo, quando le indagini hanno preso una piega diversa. Filippo Turetta non era più scomparso ma era diventato un latitante, accusato aver fatto del male alla sua ex fidanzata.

Gli studenti, i giovani, le donne, sono stati loro a riempire un vuoto, a fare rumore a scuotere un Paese. È un vuoto che per la famiglia sarà impossibile colmare, ma uno spazio che diventa politico per l'Italia che vuole cambiare le cose, per le donne che chiedono giustizia, tutele, parità.

Cosa faremo ora? Le voci viaggiano insieme e diventano una, c'è bisogno di una rivoluzione, una rivoluzione culturale e di pensiero, sociale e individuale. Solo così si potrà cambiare qualcosa. E i leader di questa rivouzione, i volti di questo cambiamento sono Giulia, la sorella Elena, papà Gino Cecchettin, che hanno urlato il loro dolore ma con misurata consapevolezza del ruolo che possono avere per ottenere giustizia, per aiutare altre donne, per mutare un sistema. Ma non sono soli. Al loro fianco, al grido di «continueremo a far rumore fino al cambiamento», gli amici di Giulia, i compagni di scuola e gli studenti tutti per ricordare la 22enne uccisa dall'ex fidanzato.

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