Giovanna Pedretti, la mamma di Tiziana Cantone: «Uccisa dalla gogna social, come accadde a mia figlia»

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L'appello alla politica: «Il web è una giungla»

Teresa Giglio, poi, attraverso l'Adnkronos fa un appello alla politica: «Le gogne social vanno combattute e punite. La mia battaglia portò ad una legge che è andata a regolamentare la revenge porn, una definizione che a me non è mai piaciuta. Ma il vero problema da risolvere è un altro. Nei giorni precedenti alla morte di Tiziana, nacquero decine di profili fake a suo nome, ma quelle persone sono rimaste impunite. Impunite come gli 'haters che utilizzano false identità e quotidianamente infangano il nome di mia figlia, insultano persone come Giovanna e minacciano anche me». «Il web è diventato una giungla – prosegue Teresa Giglio – dove la gente riversa odio e frustrazione, spesso in maniera anonima, contro chiunque. La politica deve regolamentare questo flusso fake: chi vuole esprimere opinioni, deve mettere il proprio nome e cognome, deve essere perseguibile a norma di legge, deve rispondere delle proprie azioni e delle proprie parole. Da anni le mie denunce cadono nel vuoto – conclude Teresa Giglio – e si continua a permettere a chi utilizza profili fake di rovinare la vita alle persone, se non addirittura a togliergliela, come accaduto a Tiziana e a Giovanna».

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