Gigi Riva, chi era Rombo di tuono: eroe di Cagliari, simbolo e recordman (ancora imbattuto) della Nazionale azzurra

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La carriera

Riva rimase in Sardegna, nonostante le grandi squadre lo avessero inseguito e l'allora presidente juventino Boniperti ne avesse fatto quasi una malattia: lo inseguiva con offerte straordinarie, lui continuava a dire no e a segnare in rossoblù. Diventò un simbolo dell'uomo libero e orgoglioso, al punto che persino il latitante Mesina, travestito da frate, come raccontò all'ANSA, lo andava a vedere al vecchio stadio Amsicora, soggiogato dalle giocate e dalla personalità di Riva. Ma al di là del suo orgogliosissimo essere un sardo nato sulle rive del lago Maggiore, Riva incarnò presto un idolo per tutta Italia. Per la maniera dirompente di segnare (mai un gol d'astuzia, sempre grandi reti di testa o con il suo leggendario sinistro). E per quella generosità che lo portava a dare tanto a tutti, oltre a un paio di devastanti fratture alle gambe alla causa azzurra.

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