Ciro Grillo, le chat di Silvia con l'amica: «Mi hanno usata e gettata via, è stato orrendo. Si sono divertiti»

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Ciro Grillo

«Mi sono sentita usata e gettata via, diciamo solo per divertimento... mi sento così sbagliata», confida Silvia, nome di fantasia, due giorni dopo il presunto stupro subìto da Ciro Grillo e dai suoi tre amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. La ragazza italo-norvegese parla alla sua amica Mia (nome inventato anche questo) che vive a Oslo. E ancora: «Non riuscivo - le scrive - a dire di no e ad oppormi». Sarebbe questa una delle frasi contenute nei messaggi scambiati tra la studentessa italo norvegese e la sua amica norvegese nelle ore successive al presunto stupro di gruppo denunciato dalla studentessa, che vede sul banco degli imputati proprio per il reato di stupro di gruppo Ciro Grillo, figlio di Beppe, comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle, insieme a tre suoi amici genovesi: Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. I fatti contestati, lo ricordiamo, risalgono alla notte tra il 16 e 17 luglio del 2019 e sarebbero avvenuti nella villetta di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo, in Sardegna.

Silvia all'amica: «Qualunque cosa quei ragazzi mi hanno fatto me lo sono meritato»

In aula a Tempio Pausania, in provincia di Sassari, dove si tiene il processo ieri è stata chiamata a testimoniare una delle più care amiche di Silvia, Mia, con la quale c’era stato un lungo scambio di messaggi (sia scritti sia vocali) via WhatsApp subito dopo i fatti del luglio del 2019. «Mi sono sentita usata e gettata via, diciamo quasi solo per divertimento, e non so... mi sento così sbagliata che vorrei poter ricominciare per davvero. Non so cosa fare, non so come fare, non lo so...». «Mi ripetevo che io non mi merito niente», dice all’amica, «e qualunque cosa quei ragazzi abbiano fatto probabilmente me la sono meritata (...)». «Ho bisogno di tirare fuori tutto quello che ho dentro (...) Io devo iniziare tutto daccapo, non lo so, non credo di essere depressa, anzi: sì che lo sono, ma soprattutto mi sento molto delusa e, onestamente, in questo momento è ancora peggio che essere depressa».

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