In cattedrale i funerali dell'attivista transgender Cecilia Gentili. Poi la messa riparatrice per espiare il peccato: «Non lo sapevamo»

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Il funerale

Giovedì scorso oltre mille persone hanno ricordato la vita di Cecilia Gentili e le sue azioni a sfondo politico-sociale. Conosciuta come paladina delle persone transgender e delle persone che vivono con l'HIV, la donna si batteva anche per difendere i diritti e la posizione delle prostitute nella società. Durante il funerale, infatti, è stata ricordata come «Santa Cecilia, la madre di tutte le puttane», al quale è seguito un lungo e caldo applauso tra le mura della cattedrale di New York. L'attivista era atea, ma la sua famiglia e i suoi amici hanno voluto organizzare l'elogio funebre in quella chiesa perché «è un'icona proprio come Cecilia», così come fa sapere il New York Times. La donna prima era cattolica e andava a messa con sua nonna, ma in più occasioni si è sentita rifiutata e non accettata da quel mondo in cui tanto credeva. Da qui l'ateismo.

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