Bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa: cosa prevede e chi può richiederlo

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Come funziona

La detrazione del bonus per il matrimonio religioso funziona come “sconto” sull’IRPEF dovuta, che viene riconosciuto in fase di dichiarazione dei redditi. Nello specifico, la detrazione proposta del 20% viene calcolata sull’importo massimo di 20.000 euro da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. A livello normativo, insomma, la detrazione funzionerebbe secondo quanto disciplinato dal Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, come integrato dalla riforma fiscale 2024. Queste spese potrebbero poi essere “scaricate” nella dichiarazione dei redditi (come già avviene per le spese detraibili nel modello 730 2024). Ai fini del riconoscimento del bonus è necessario, in seguito, effettuare i pagamenti delle spese con bonifico oppure con carta di debito o di credito.

Non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Lo scopo del bonus matrimonio religioso proposto dalla Lega è combattere la “diminuzione della nuzialità”, soprattutto tra i più giovani. Secondo i Deputati promotori, le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e gli permettono di prendere in considerazione solo il matrimonio civile, è quasi ed esclusivamente economico

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