Alessia Pifferi era capace di intendere e di volere, rischia l'ergastolo: «Sono una cattiva mamma, provo rabbia verso me stessa»

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Le psicologhe

La situazione si complica ulteriormente a causa di un'inchiesta parallela riguardante gli incontri tra Pifferi e due psicologhe di San Vittore, che ha sollevato controversie e tensioni all'interno della Procura di Milano. Questa indagine aggiuntiva ha portato a interrogativi sulla condotta e sull'obiettività delle valutazioni psicologiche fornite in difesa di Pifferi. «Lo studio già eseguito sulle capacità cognitive della Pifferi, comprensivo del monitoraggio e dei colloqui che hanno preceduto la somministrazione del test di Wais, non è del tutto conforme ai protocolli di riferimento e alle buone prassi in materia di somministrazione di test psicodiagnostici e quindi l'esito del predetto accertamento non può essere ritenuto attendibile e compatibile con le caratteristiche mentali e di personalità dell'imputata per come emergono dagli ulteriori atti del procedimento e dall'osservazione peritale», si legge nella perizia a proposito del lavoro delle due psicologhe. Il pm Francesco De Tommasi ha aperto un filone di indagine per falso e favoreggiamento sulle due psicologhe e anche sull'avvocatessa della 38enne, proprio perché, con il test Wais che non potevano eseguire e con presunte falsificazioni del «diario clinico», avrebbero aiutato la donna ad ottenere la perizia nel processo, sostenendo che avesse un deficit cognitivo. Filone di inchiesta che ha sollevato numerose polemiche in queste settimane, soprattutto da parte degli avvocati milanesi che sciopereranno il 4 marzo, giorno dell'udienza.

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