Alberto Stasi fuori dal carcere per lavorare: da 4 mesi esce ogni giorno. La mamma di Chiara Poggi: «Spero di non incontrarlo mai»

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Il legale dei Poggi: «Capita ai detenuti 'mediatici'»

«C'è un tema di ammissione di responsabilità. Il primo giudice aveva negato il lavoro esterno perché Stasi non ha mai ammesso nulla. Altri tribunali non lo concedono se non risarcisci e non c'è un pentimento. Succede solo a Bollate e per i detenuti 'mediatici». Parla così l'avvocato Gianluigi Tizzoni, che assiste la famiglia di Chiara Poggi, sull'ammissione al lavoro esterno per Alberto Stasi, che sta scontando da circa 7 anni e mezzo nel carcere di Bollate una condanna definitiva a 16 anni per l'omicidio della ragazza, avvenuto nell'agosto 2007.

Tizzoni, legale che ha difeso la famiglia Poggi fin dal primo giorno, ha aggiunto, sulla possibilità concessa a Stasi da 4 mesi di lavorare fuori dal carcere, che «l'aspetto più deleterio è che la parte offesa non è stata avvertita. È vero, la legge non lo impone, ma neppure lo vieta». Il risarcimento per ora è stato parziale. Rispetto a una condanna a circa 1,2 milioni di euro tra danni e spese, è stata raggiunta una transazione a 700 mila euro, di cui finora è stata liquidata circa la metà. Stasi si è impegnato a dare alla famiglia Poggi una quota mensile del suo stipendio per un minimo di 9 mila euro l'anno.

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