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«Una condizione - continua - che, almeno moralmente, lo rende identico ai parlamentari che hanno usufruito di bonus introdotti, peraltro, da leggi che sono passate anche al vaglio degli uffici legislativi della Camera da lui presieduta.
I miserabili che hanno chiesto 600 euro di bonus hanno commesso un’autolesionistica leggerezza in nome di una legge che hanno votato e sulla quale Fico non ha nulla obiettato, legittimando un delitto che oggi lo indigna: dilettantismo suo e dei suoi uffici.
«Per questo - conclude - lo sfido a dimettersi, per aver favorito con il suo “concorso esterno” l’abuso etico che oggi denuncia, e invito i tre parlamentari ad avere il coraggio, senza essere inseguiti, di dichiarare la loro identità e la loro correttezza nell’avere rispettato la legge, sfidando i sepolcri imbiancati come Fico e Di Maio che senza laurea e senza competenza percepiscono una sproporzionata indennità». Leggi l'articolo completo su
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