Il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi ha, attraverso una mail, comunicato al garante Beppe Grillo di aver avviato questa mattina tutti gli adempimenti prodromici allo svolgimento delle votazioni per il comitato direttivo, individuando modalità e tempistiche per la presentazione delle candidature, per le verifiche dei requisiti e per lo svolgimento della votazione, ribadendo che si procederà al voto utilizzando lo strumento di voto messo a disposizione da SkyVote. Lo fanno sapere fonti del Movimento 5 Stelle.
Una partita a scacchi o ancora peggio uno stallo «alla messicana» in cui gli avversari si tengono reciprocamente sotto tiro: per un giorno sembra proprio questa l'immagine stile western del Movimento, dove Beppe Grillo e Giuseppe Conte si sono ritirati dalla scena pubblica per pianificare le prossime mosse di attacco. In attesa di veder comparire da un momento o l'altro la «lista» Grillo dei candidati al direttorio che Crimi ha autorizzato ma non su Rousseau, bensì su Sky Vote. Fatto che accelera lo strappo, dato quasi per scontato, dell'ex premier per dare vita a suoi gruppi parlamentari.
L'esile speranza di una ricomposizione della frattura si era già sgretolata dietro il silenzio di Luigi Di Maio, l'ex capo politico di cui entrambi i contendenti si fidano, che aveva tentato ancora questa mattina di riportare la pace, con una visita di prima mattina nella casa dell'ex premier.
A sorpresa il reggente Vito Crimi ha però annunciato a Grillo che la votazione potrà avvenire ma non su Rousseau, come chiesto dal garante, ma su Sky Vote, la piattaforma di voto che aveva scelto Giuseppe Conte dopo la migrazione dei dati degli iscritti dal sito dell'associazione di Davide Casaleggio. La decisione arriva dopo che un gruppo di eletti 5 Stelle «ortodossi», tra cui figura la consigliera regionale laziale Francesca De Vito, il consigliere napoletano ed ex candidato sindaco Matteo Brambilla e la ex probivira Raffaella Andreola, aveva diffidato il Comitato di garanzia, il suo presidente e i suoi membri, «a porre in essere quanto necessario per procedere» alla votazione su Rousseau. Riservandosi anche di «adire le competenti sedi giudiziarie, anche in via risarcitoria, per lesione dei diritti associativi e politici dei sottoscritti, in caso di inottemperanza». Un nuovo pasticcio che lascia intuire una guerra a suon di carte bollate che potrebbe protrarre ulteriormente lo stallo ormai infinito.
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