Doveva essere una prova di compattezza per il centrodestra. E invece la maggioranza (ma anche l'opposizione) si scopre divisa già nel primo voto della XIX legislatura che si apre con un giallo: quello dei voti dell'opposizione che hanno portato sullo scranno più alto di Palazzo Madama Ignazio Benito Maria La Russa classe 47, l'avvocato dal marcato accento siciliano e la battuta facile, in Parlamento dal 1992 da sempre esponente della destra italiana.
Berlusconi scrive durante il discorso di La Russa al Senato
I NUMERI Era lui il candidato del centrodestra ma poi Forza Italia ha deciso di non votarlo. La Russa è stato eletto però con 116 voti. Sessantacinque le schede bianche mentre due voti sono andati a Liliana Segre e altrettanti a Calderoli.
I VOTI MANCANTI Forza Italia con i suoi senatori non ha votato come segnale di protesta per il poco peso nel futuro governo.
CENTRODESTRA DIVISO Che nella coalizione il clima fosse teso si era capito fin dall'inizio. Non è passato inosservato un acceso colloquio fra Silvio Berlusconi e La Russa. Il cavaliere è sembrato chiedere delle spiegazioni, l'ex ministro ha allargato le braccia, come a dire: io non c'entro. Berlusconi ha perso la pazienza e sbattendo i pugni sul tavolo ha invitato La Russa ad andare a quel paese.
I VOTI IN PIÙ Escludendo i 16 azzurri che non hanno votato, il centrodestra aveva 99 voti. La Russa ha avuto dunque 17 voti in più. Da dove sono venuti? La caccia al colpevole è partita subito. Renzi ha allontanato i sospetti: «Non siamo stati noi, lo avrei rivendicato con orgoglio». In ogni caso i senatori di Azione-Italia viva sono solo 9. Il Pd assicura che nessun soccorso è arrivato dai dem e Letta punge: «una parte dell'opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza».
IL DISCORSO Il neo presidente ha ricordato le vittime del terrorismo di destra e di sinistra ha proposto che «la data di nascita del Regno d'Italia diventi festa nazionale» come 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Insomma si è calato da subito nella parte del rappresentante dell'istituzione parlando di coesione.
LE REAZIONI «Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell'Italia» ha detto Giorgia Meloni lanciando una stilettata agli alleati: Per noi la priorità è l'Italia. Verificheremo se anche per gli altri è così.
LA CAMERA La prime tre votazioni di ieri per l'elezione del presidente a Montecitorio sono andate a vuoto. Oggi si chiuderà. Tramontata l'ipotesi del leghista Riccardo Molinari, ormai sembra certa l'elezione dell'ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana.
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