Luigi Di Maio, annunciando il passo indietro di Fraccaro. «Aveva un significato» il veto su «Riccardo, perché conosce benissimo i bilanci di questo palazzo. Con lui abbiamo tutti un debito, sarà il miglior ministro dei Rapporti col Parlamento», aggiunge Di Maio.
La decisione di votare Casellati e Fico per la presidenza delle Camere «rispecchia il voto popolare che è un voto di cambiamento. Aspettiamo a festeggiare», aggiunge, ma il Parlamento si trasforma «da luogo della casta a luogo principe della democrazia», da cui far partire «i tagli ai privilegi e agli sprechi». Lo dichiara il capogruppo M5s al Senato, Danilo Toninelli, parlando con i giornalisti a Palazzo Madama.
Nel vertice del centrodestra sabato mattina è invece uscita il nome dell'avvocato Elisabetta Alberti Casellati, padovana, avvocato, che sarà appoggiata al Senato e che se eletta sarebbe la prima donna eletta alla seconda carica dello stato. Nessun veto in questo senso da parte dei grillini.
«Noi votiamo il loro candidato e loro il nostro». Così Luigi Di Maio lasciando l'assemblea M5S prima dell'inizio della seduta di Montecitorio per l'elezione del presidente rispondendo a chi gli chiede se il M5S sia pronto a votare Casellati a Palazzo Madama. Ma, aggiunge, «non dire gatto se non ce l'hai nel sacco!».
La Lega avrebbe posto un veto sulla figura di Riccardo Fraccaro alla guida di Montecitorio: è quanto risulta da fonti leghiste. In particolare, ricordano le stesse fonti, Fraccaro era quello che insultò a più riprese gli esponenti del Carroccio definendoli 'ladri'. La Lega, quindi, dopo aver detto che aveva qualche difficoltà sul suo nome, ha chiesto al Movimento di cambiare nome. A quel punto sarebbe ritornato sul nome di Roberto Fico.
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