Elezione delle Camere, accordo M5S-centrodestra: Fico alla Camera e Berlusconi lancia Casellati al Senato

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Accordo Cinque Stelle e centrodestra per le elezioni dei presidenti di Camera e Senato. Il M5S voterà Roberto Fico presidente alla Camera sin dalla prima chiama di sabato 24 marzo. È questa l'indicazione che arriva all'assemblea dei gruppi congiunti. «In questo Movimento dobbiamo essere tutti a disposizione del progetto. Arrivare oggi qui è un'avventura meravigliosa. Faremo la votazione, avverrà ciò che avverrà e ci manca poi il tassello del governo con Luigi Di Maio che dovrà essere il nostro premier e dovrà applicare il3 programma del M5S». Lo afferma Roberto Fico all'assemblea dei gruppi congiunti del M5S.
Luigi Di Maio, annunciando il passo indietro di Fraccaro. «Aveva un significato» il veto su «Riccardo, perché conosce benissimo i bilanci di questo palazzo. Con lui abbiamo tutti un debito, sarà il miglior ministro dei Rapporti col Parlamento», aggiunge Di Maio.

La decisione di votare Casellati e Fico per la presidenza delle Camere «rispecchia il voto popolare che è un voto di cambiamento. Aspettiamo a festeggiare», aggiunge, ma il Parlamento si trasforma «da luogo della casta a luogo principe della democrazia», da cui far partire «i tagli ai privilegi e agli sprechi». Lo dichiara il capogruppo M5s al Senato, Danilo Toninelli, parlando con i giornalisti a Palazzo Madama.

Nel vertice del centrodestra sabato mattina è invece uscita il nome dell'avvocato Elisabetta Alberti Casellati, padovana, avvocato, che sarà appoggiata al Senato e che se eletta sarebbe la prima donna eletta alla seconda carica dello stato. Nessun veto in questo senso da parte dei grillini. 


 
 

«Noi votiamo il loro candidato e loro il nostro». Così Luigi Di Maio lasciando l'assemblea M5S prima dell'inizio della seduta di Montecitorio per l'elezione del presidente rispondendo a chi gli chiede se il M5S sia pronto a votare Casellati a Palazzo Madama. Ma, aggiunge, «non dire gatto se non ce l'hai nel sacco!».

La Lega avrebbe posto un veto sulla figura di Riccardo Fraccaro alla guida di Montecitorio: è quanto risulta da fonti leghiste.
In particolare, ricordano le stesse fonti, Fraccaro era quello che insultò a più riprese gli esponenti del Carroccio definendoli 'ladri'. La Lega, quindi, dopo aver detto che aveva qualche difficoltà sul suo nome, ha chiesto al Movimento di cambiare nome. A quel punto sarebbe ritornato sul nome di Roberto Fico.


 
 


 
Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Marzo 2018, 14:18
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