Tutti coloro che sono stati bambini dagli anni 90 in poi conoscono Dodò, il simpatico uccellino protagonista della trasmissione Rai L'Albero Azzurro. Il suo papà era Tinin Mantegazza: pittore, scrittore, illustratore, vulcano di creatività che spaziava dalla tv alla regia, all'animazione, al teatro per ragazzi. Morto lo scorso anno a 89 anni, ad Agostino-Tinin Mantegazza è dedicata la mostra Tinin Mantegazza, Le sette vite di un creativo irriverente al Teatro Munari. Sono radunati 250 disegni originali, pupazzi, foto, filmati e documenti. Organizzata con Velia Mantegazza, sua compagna di vita e di lavoro, sottolinea il ruolo fondamentale avuto dalla coppia nel fondare, con Jolanda Cappi, a metà anni Settanta, la cooperativa Teatro del Buratto, fondamentale istituzione per il teatro per ragazzi in Italia. Nella prima sezione si va dal debutto L'histoire du soldat, a Pierino e il lupo di Prokofiev (1976), a Cipì di Mario Lodi fino a Quello Stolfo da Ferrara (1983) tratto dall'Orlando Furioso, con testo di Raffaele Crovi e musiche di Franco Battiato. La seconda sezione invece descrive il legame di amicizia con numerosi pittori, tra cui Tullio Pericoli, Lele Luzzati, Bruno Munari, Lucio Fontana e con il mondo della musica d'autore e del cabaret: da Gaber a Cochi e Renato, a Jannacci.
Fino al 21 novembre. Via Giovio, 5. Orari diversi. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria teatrodelburatto.it
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