Nasce come una raccolta di testimonianze, diventa un racconto sulla tragedia contemporanea dei migranti, chi sbarca sulle coste del Mediterraneo e chi dal Mediterraneo viene inghiottito. È L'abisso, lo spettacolo che Davide Enia, maestro dello storytelling, ha tratto dal suo romanzo Appunti per un naufragio (Sellerio) e che mette in scena da stasera al Piccolo Teatro Grassi.
Appunti perché sono tante voci e tante storie, quelle di Lampedusa: sommozzatori, pescatori, volontari, medici, Guardia Costiera. Anche Enia è stato sull'isola degli sbarchi. «La prima volta era con mio padre racconta Approdarono tantissimi ragazzi e bambine. Era la Storia quella che vedevamo».
Da allora ci è tornato più volte, si è mescolato all'umanità di Lampedusa, l'orrore dei corpi straziati dal mare, la paura e la disperazione di chi ce l'ha fatta ma non sa cosa l'aspetta, la fatica e il coraggio quotidiano di chi li trae in salvo. Accompagnato dalla musica di Giulio Barocchieri, Enia modula una narrazione che mescola testimonianza storica e meditazione esistenziale, gli antichi canti sulle rotte tra il Mediterraneo e l'Africa e i silenzi del Sud, cronaca e pietas.
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