«Mi trovavo a Al-Baghuz, in Siria, nella frontline dove c'è l'ultimo caposaldo dell'Isis - ha raccontato il fotoreporter - ad un certo punto ho sentito un boato, ho visto esplodere la persona a fianco a me e mi sono trovato per terra esanime. In un secondo ho capito che la situazione era grave ma non so come alla fine sono sopravvissuto. Mi sento un miracolato. Sicuramente grazie all'elmetto e al giubbetto e alla macchina fotografica che mi ha coperto la faccia».
«Vorrei ringraziare e porgere le mie condoglianze alla famiglia del soldato curdo morto, ai fratelli curdi, il comandante che è stato ferito a fianco a me, spero che si riprendano presto, e ringraziarli per quello che stanno facendo là sotto, che comunque è degno di nota: stanno sacrificando le loro vite anche per noi».
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