Il nome di Carboni si intreccia con vicende oscure della storia d'Italia. Loggia P2, P3, Banco Ambrosiano, caso Calvi, caso Orlandi, Cosa Nostra, banda della Magliana. Lo tiravano dentro, riusciva a uscirne pulito o quasi. Perfino dall'accusa di omicidio, quella del banchiere Roberto Calvi, trovato impiccato in una lugubre messinscena sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, sul Tamigi: era il 1982. Solo una volta Carboni è stato condannato: otto anni e mezzo di carcere per la bancarotta del Banco Ambrosiano. «Non era San Francesco ma neppure il mestatore che descrivono», taglia corto il suo storico difensore, l'avvocato Renato Borzone.
Dopo i primi passi nel mondo dell'alta finanza, CAroni intesse rapporti con figure controverse: l'ex 007 Francesco Pazienza, il venerabile e capo della P2 Licio Gelli, il boss e cassiere di Cosa Nostra, Pippo Calò. Dal 1982 comincia la sua vicenda giudiziaria. è stato anche coinvolto nella vicenda dell'attentato al vicepresidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone: Carboni fu poi assolto nel 1999.(G.Obe.)
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