Carboni, addio al faccendiere custode di 30 anni di misteri

Carboni, addio al faccendiere custode di 30 anni di misteri
Faccendiere. Una parola ambigua, che sa di lavori sporchi, di trame occulte, incontri pericolosi. E infatti Flavio Carboni la odiava: «Sono un uomo d'affari e basta». E invece quell'attributo se l'è portato nella tomba, insieme a 50 anni di misteri italiani. Aveva compiuto 90 anni dieci giorni fa. La notte scorsa è morto per un infarto, nella sua abitazione di Roma.
Il nome di Carboni si intreccia con vicende oscure della storia d'Italia. Loggia P2, P3, Banco Ambrosiano, caso Calvi, caso Orlandi, Cosa Nostra, banda della Magliana. Lo tiravano dentro, riusciva a uscirne pulito o quasi. Perfino dall'accusa di omicidio, quella del banchiere Roberto Calvi, trovato impiccato in una lugubre messinscena sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, sul Tamigi: era il 1982. Solo una volta Carboni è stato condannato: otto anni e mezzo di carcere per la bancarotta del Banco Ambrosiano. «Non era San Francesco ma neppure il mestatore che descrivono», taglia corto il suo storico difensore, l'avvocato Renato Borzone.
Dopo i primi passi nel mondo dell'alta finanza, CAroni intesse rapporti con figure controverse: l'ex 007 Francesco Pazienza, il venerabile e capo della P2 Licio Gelli, il boss e cassiere di Cosa Nostra, Pippo Calò. Dal 1982 comincia la sua vicenda giudiziaria. è stato anche coinvolto nella vicenda dell'attentato al vicepresidente del Banco Ambrosiano Roberto Rosone: Carboni fu poi assolto nel 1999.(G.Obe.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Gennaio 2022, 05:01
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