Si va verso la chiusura di un accordo al vertice europeo sul Recovery Fund. Un negoziato infinito durato 4 giorni e 3 notti per raggiungere un obiettivo ambizioso: risollevare l'economia europea dalla peggiore crisi del dopoguerra. La nuova proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo Charles Michel prevede che la dotazione complessiva del piano per sostenere i Paesi più colpiti dal Covid-19 resti fissata a 750 miliardi: la quota dei sussidi sarà di 390 miliardi ma le risorse per il rilancio economico destinate direttamente ai Paesi secondo una precisa chiave di ripartizione si fermeranno a 312, 5 miliardi. Vengono ridotte le risorse destinate ad alcuni programmi, fra cui il Fondo a sostegno della transizione green. I paesi ribelli sono stati accontentati sui rimborsi di bilancio, mentre per quel che riguarda la gestione delle risorse la proposta suggerisce che i piani di riforma presentati dagli Stati membri vengano approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata in base alle proposte presentate dalla Commissione.
La valutazione sul rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati sarà
affidata al Comitato economico e finanziario (Cef). Se in questa sede, in via eccezionale, qualche Paese riterrà che ci siano problemi, potrà chiedere che la questione finisca sul tavolo del Consiglio Europeo.
Secondo i primi calcoli, all'Italia andrebbero 209 miliardi, 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti (la proposta della Commissione di maggio, destinava al nostro Paese 173 miliardi: 82 di aiuti e 91 di prestiti). Il premier Conte è soddisfatto e spera grazie agli aiuti, di poter fare a meno del Mes.
Alla ripresa dei negoziati nella notte restava ancora da risolvere il tema della condizionalità degli aiuti al rispetto dello stato di diritto. I paesi frugali' vorrebbero legare gli esborsi dal bilancio 2021-2027 al rispetto dei valori democratici fondanti. Ma gli Stati del blocco di Visegrad, con l'ungherese Viktor Orban in testa, sono assolutamente contrari.
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