Vigili, Sala ricorda Savarino. “Più agenti in strada, meno in ufficio”

Giuseppe Sala -Fotog
«Troppi vigili in ufficio. Nessuna caccia alle streghe, ma sto chiedendo di verificare se tutti i permessi sono giustificati».


È il caso sollevato dal sindaco Giuseppe Sala, ieri alla commemorazione per i 5 anni dalla morte dell’agente della polizia locale Nicolò Savarino - al quale è stato intitolato il parco di via Livigno - ucciso in servizio da due rom in fuga su un Suv, che l’hanno investito per sfuggire a un controllo. Sala ricorda Savarino «come un vero figlio di Milano. Un non milanese che è diventato tale interpretando i valori dell’essere milanese». Poi, accelera sulla rivoluzione sul fronte sicurezza soprattutto nelle periferie. E annuncia la linea dura sul versante dei ghisa: «L’obiettivo per il controllo del territorio deve essere di avere quanti più possibile vigili in strada. Lo sappiamo tutti che ora non ci sono».

Da qui, la necessità di controlli a tappeto. Il primo cittadino si riferisce ai 482 ghisa sui 3.080 del corpo che hanno chiesto il “servizio condizionato”, ovvero di lavorare negli uffici e di essere “esonerati” dalla strada per vari motivi, a partire da quelli di salute. «Dobbiamo capire se sono tutti regolari - affonda Sala - è un tema che riguarda Milano come Roma e le altre grandi città. È un momento obiettivamente difficile e penso che sia utile che in questo momento i vigili urbani stiano ancora più vicini ai cittadini, in modo da far sentire la presenza. Su questo lavoreremo, perché i tempi sono delicati e i vigili sono l’asse portante del sistema di sicurezza».


Nel quartier generale di piazzale Beccaria già si ragiona su come riorganizzare le attività, partendo dallo stanare i furbetti che vogliono stare dietro la scrivania, al caldo, evitando di essere operativi. «Colpiamo i disonesti - commenta Daniele Vincini del Sulpm, che ha già incontrato il comandante Antonio Barbato, ieri alla commemorazione - ma non dobbiamo punire in modo indiscriminato, penalizzando da subito i 482 casi di “servizio condizionato”. Chiediamo severità, perché in effetti ci sembrano eccessivi». Leggi l'articolo completo su
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