«La persona alla quale è stato chiesto di sedere nello scranno più rispettato del Paese si è messo ad imitare un giornalista disabile. Se i potenti usano il loro potere per umiliare gli altri, perdiamo tutti. La mancanza di rispetto invita alla mancanza di rispetto, violenza chiama violenza». L'episodio si riferisce ad una infelice imitazione di un giornalista disabile del New York Times, Serge Kovaleski, da parte di Trump. Il tycoon ha liquidato la Streep prima sul NTY: «È una lacchè di Hillary che ha perso grosso», poi su Twitter: «È una delle attrici più sopravvalutate di Hollywood».
Una replica, nonostante tutto, insolitamente velenosa sulla quale pesano forse le defezioni dei big dello spettacolo alla cerimonia di insediamento, il 20 gennaio. Se le star svicolano, l'economia risponde, forse preoccupata dall'esito catastrofico in Borsa - Boeing, Lockheed, Ford - dei tweet presidenziali. Sergio Marchionne di FCA ha promesso un miliardo di dollari e duemila posti di lavoro negli Usa. Ricevendo, in questo caso, un tweet presidenziale tutto miele: Thank you Fiat!
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