Secondo l’accusa devono rispondere del reato in concorso di circonvenzione di incapace continuato. Loro sono Carlo Guarise (il "nipote" del prelato) 46enne residente in via Crescini 33 e Giuseppe Petrungaro (l’agente "segreto") 70enne residente a Rho in Lombardia. Guarise, di professione agente immobiliare, da ex parrocchiano conosceva molto bene il prete e, sempre secondo l’accusa, avrebbe ideato la grande truffa. Il religioso per decenni è stato il parroco di una chiesa nella zona compresa tra l’ospedale Civile e il Sant’Antonio. Carlo Guarise sapeva che la nipote del prete soffre di una forte depressione e approfittando della patologia della donna l’ha avvicinata riuscendo a spogliare lei e lo zio sacerdote di tutti i loro beni. A scoprire l’inganno, il 23 luglio del 2013, è stato un ex chierichetto, che non potendo parlare con il prete a letto immobile e impossibilitato a esprimersi a seguito di un ictus, si è rivolto a un amico anche lui ex chierichetto della parrocchia. I due ad agosto del 2013 hanno presentato un esposto in Procura, poi sono scattate le indagini della polizia. Secondo l’accusa Guarise aveva presentato Petrungaro alla nipote del religioso e questo si era spacciato per un agente segreto esibendo placche metalliche appartenenti alle forze di polizia. I due hanno indotto la nipote del sacerdote a consegnare somme di denaro, in contanti e in assegni, per un totale di 450mila euro motivando le richieste con la necessità di fornirle protezione a fronte di pericoli di imprecisata natura. I due, per rendersi ancora più credibili, hanno millantato amicizie con i carabinieri. Inoltre le avevano offerto l’opportunità di effettuare affari immobiliari e di curare pratiche sanitarie e amministrative per lei e lo zio sacerdote. Leggi l'articolo completo su
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