Per la Siae non si tratta solo di un telefonino, ma di un dispositivo collegato a delle casse. Anche perché nessuno “multerebbe una suoneria”. E’ successo che un accertatore SIAE (ex sottoufficiale dei carabinieri) ha riscontrato la presenza di un impianto di amplificazione che diffondeva nel locale musica tutelata. La Siae inoltre fa indirettamente sapere che l’attività si sarebbe potuta mettere in regola con un pagamento annuale di 71 euro. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it