La vicenda della bambina di appena 11 anni, ribattezzata la “nipotina” di Roma, inizia nel 2005 quando, in sala parto, un grave errore medico la rese invalida al 100%. Un errore poi riconosciuto in tribunale. Inizialmente la piccola e la sua famiglia furono ospitate nella Casa del Clero dell’Ospedale Bambin Gesù di Palidoro, poi ottennero un alloggio dell’Ater a San Saba. La mamma Giovanna, disoccupata, si prendeva cura di lei e il papà Emmanuell Mariani, noto tifoso romanista e presidente del Roma club Testaccio Campo Testaccio, faceva altrettanto continuando a lavorare come impiegato dell’Atac. Tra mille sacrifici e raccolte di fondi tra tifoserie e gente del quartiere, gli anni passano.
Maria Noemi mangia artificialmente, ha bisogno di continua assistenza e viene sottoposta ad aspirazione tramite tracheotomia. La piccola è costantemente monitorata per l’ossigeno e per i battiti cardiaci e riceve l’assistenza dalla Asl Roma A per 24 ore al giorno. Tutto questo, per la famiglia, è un grande traguardo, conquistato giorno dopo giorno. Ora però, è arrivata la doccia fredda: l’ente che gestisce le case popolari ha dichiarato «l’assoluta carenza di legittimità dell’assegnazione».
La famiglia Mariani, con tre figlie tra cui una invalida allettata, potrebbe risultare abusiva perché l’assegnazione (sua e di altre 287 famiglie) a suo tempo arrivò da due persone, oggi condannate per illeciti. «Faccio appello alla Raggi: mia figlia non può stare senza una casa. Proprio ora che abbiamo l’assistenza medica, rischiamo di perdere tutto». Leggi l'articolo completo su
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