Il 2 dicembre 1984 viene ucciso
Leonardo Vitale, il
primo pentito di mafia. Il primo a pronunciare alla magistratura: “Cosa Nostra”. Il primo a fare i nomi di Totò Riina e di Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo. Ma non viene creduto dalla magistratura perché considerato “pazzo”, infatti è dichiarato seminfermo di mente. Per questo motivo è sottoposto a elettrochoc e recluso per 11 anni in manicomio criminale.
Sei mesi dopo essere uscito dal manicomio viene ucciso dalla mafia, che, a differenza della giustizia e dello Stato, percepisce l’importanza e la pericolosità delle sue dichiarazioni. La mafia lo uccide per cercare di fermare subito il nascente “pentitismo”. Giovanni Falcone dirà: “Speriamo almeno da morto qualcuno lo rispetti”.
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