Per questo finirono sul banco degli imputati Maurizio Del Maso (all'epoca dei fatti direttore sanitario), Claudio Modini (già direttore del Dipartimento emergenza accettazione - Dea), Giuseppe Critelli e Francesco Barillà (rispettivamente direttore e dirigente responsabile dell'Unità coronarica cardiovascolare). Oltre ai 4 imputati, assolti ieri, era stato processato con il rito abbreviato anche l'allora direttore generale, Ubaldo Montaguti, che venne condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi salvo poi essere assolto al termine del processo di appello.
I decessi sospetti, per i quali la Procura ha ipotizzato il reato di omicidio colposo, furono quelli di Concetta Carbone, ricoverata al Dea nel 2006 e morta il 10 dicembre dello stesso anno, e di Cristian Maccarelli, ricoverato all'Unità coronarica cardiovascolare il 10 maggio del 2007 e morto il 31 maggio dello stesso anno. Il reato di lesioni colpose scattò, invece, per le conseguenze subite da un altro paziente, Giovanni Grieco, ricoverato nel reparto “Cuore e Grossi Vasi”.
Secondo quanto era stato ricostruito dagli investigatori, il nosocomio romano presentava condutture idriche vetuste in cui il batterio della Legionella pneumophila era riuscito a proliferare. Ciò, inevitabilmente, portò alla contaminazione dell'impianto idrico dell'ospedale su cui, ipotizzavano gli inquirenti, non erano stati disposti i necessari interventi di bonifica. Delusione da parte degli avvocati di parte civile, che attenderanno le motivazioni della sentenza (previste entro 90 giorni) per decidere se ricorrere in appello. Leggi l'articolo completo su
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