Tra gli ultimi ritrovamenti, quello fatto ad aprile a Ramadi, città riconquistata dalle forze governative irachene lo scorso dicembre, dove alcune fosse comuni contenevano almeno 40 corpi. Fosse comuni sono state trovate anche a Sinjar, nell'Anbar e a Tikrit. I corpi ritrovati al loro interno appartengono in genere a membri di tribù locali, a soldati iracheni o a donne della minoranza yazida.
Kubis, che ha auspicato che i jihadisti dell'Isis possano un giorno essere portati davanti ai giudici internazionali, ha affermato che nonostante "progressi notevoli e consistenti", in Iraq l'organizzazione "resta un nemico formidabile e determinato, che corregge costantemente la sua tattica e le sue modalità di attacco". La crisi nel paese "resta una delle peggiori al mondo", con circa 10 milioni di persone - circa un terzo della popolazione - che necessitano di aiuti umanitari. Per mettere fine a tutto questo, secondo l'inviato, non basta la strategia militare, ma bisogna affrontare "le cause dell'estremismo violento". Leggi l'articolo completo su
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