La leader della Cgil Susanna Camusso ha spiegato che l'incontro di oggi con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti "sarà l'occasione per vedere i testi. Vogliamo capire la dimensione della platea dell'Ape social".
Secondo il presidente dell'Inps Tito Boeri l'Ape volontaria potrebbe essere richiesta soprattutto da chi è a rischio salute: "La correzione attuariale che noi avevamo proposto - ha sottolineato ieri - era molto più bassa ed era in qualche modo neutrale. E' possibile invece, adesso, che, essendo questa più costosa, tenda a selezionare le persone che magari hanno una speranza di vita più breve, ad esempio per problemi di salute".
Boeri ha preferito non sbilanciarsi sul risultato finale dell'Ape volontaria e ha ricordato che "bisogna vedere come si chiudono gli accordi con banche e assicurazioni e quale sarà il costo effettivo ultimo".
In ogni caso, ha aggiunto, l'Inps dovrà far fronte a una cospicua mole di domande di certificazioni e informazioni. "Su questo ci stiamo attrezzando per essere pronti. L'Ape volontaria richiede un cambiamento profondo perché è uno strumento molto diverso da tutti gli altri strumenti che abbiamo gestito fino a qui. Dovremo andare molto al di là della nostra natura", ha concluso.
APE VOLONTARIA: COME FUNZIONA
L'Ape volontaria dà ai lavoratori dipendenti e agli autonomi iscritti alla gestione separata con almeno 20 anni di contributi la possibilità di ottenere la pensione anticipata a 63 anni (e quindi fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima del normale pensionamento).
Gli istituti di credito anticipano la somma che manca per raggiungere pensione di vecchiaia. L'importo anticipato dovrà poi essere restituito a rate in 20 anni dall'interessato, a partire dal pensionamento vero e proprio, sotto forma di trattenute mensili sull'assegno erogato.
APE SOCIAL: COME FUNZIONA
A differenza di quella volontaria, l'Ape social è a carico dello Stato. Hanno diritto a questo trattamento le persone di 63 anni, con 30 anni di contributi alle spalle, che appartengono alle seguenti categorie: gli invalidi almeno al 74%; i disoccupati senza ammortizzatori; chi assiste un familiare di primo grado affetto da disabilità grave.
Saranno invece necessari 36 anni di contributi per chi ha svolto per almeno 6 anni una delle 11 tipologie di lavori considerati gravosi o a rischio. L'assegno pensionistico erogato sarà di importo uguale alla futura pensione, fino a un massimo di 1.500 euro lordi. Leggi l'articolo completo su
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