Secondo quanto fa sapere il Viminale, il tunisino "aveva aderito alla compagine radicale gravitante intorno alla moschea di Latina, opposta all'imam Arafa Rekhia Nesserelbaz di orientamento moderato". L'uomo è anche risultato intestatario di una utenza telefonica emersa tra i contatti intestati ad Anis Amri, quando quest'ultimo, nel giugno 2015, è stato ospitato ad Aprilia.
La stessa utenza era associata a un profilo Facebook sul quale sono stati riscontrati elementi che denotano l'adesione all'ideologia jhadista e la sua appartenenza a un circuito relazionale virtuale composto da soggetti riconducibili all'autoproclamato Stato Islamico. Con questo provvedimento, il 21mo del 2017, salgono a 153 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento alla frontiera dal gennaio 2015 ad oggi.
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