Tutti gli otto indagati, in carcere sono dunque tre per il momento, sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi: il padre di Castagnacci, Franco, e i quattro buttafuori del Mirò Music Club, Manuel Capoccetta, Damiano Bruni, Pjetri Xhemal e Michael Ciotoli. I vigilantes avrebbero pestato Emanuele prima dentro e poi all'esterno del locale, usando anche un manganello. Fortuna potrebbe essere la persona indicata da due testimoni come «Michel l'albanese», che avrebbe a sua volta preso parte alla caccia all'uomo. Intanto due giorni fa Franco Castagnacci è stato interrogato in Procura a Frosinone: «Il mio assistito ha ricostruito nei dettagli ogni atto di quella sera fornendo elementi per ricostruire la vicenda - ha detto Marilena Colagiacomo, difensore di Franco Castagnacci - Franco - ha anche ribadito di essere intervenuto in aiuto a Emanuele».
Presto sarà compiuto un secondo accertamento tecnico dopo l'autopsia sul corpo di Morganti. Si verificherà la presenza di tracce biologiche - sangue della vittima - sulla Skoda blu sulla quale avrebbe sbattuto la testa, una lesione forse decisiva. Gli indagati potranno nominare dei periti di parte per l'esame. Intanto il delitto di Alatri ha conseguenze anche al Csm. Sarà aperta una pratica sul Gip di Roma che scarcerò Mario Castagnacci fermato per droga poche ore prima dell'omicidio. Il magistrato rischia il trasferimento. A difenderlo l'Associazione nazionale magistrati, secondo cui «ogni interferenza esterna, che non sia frutto dell'esercizio di un attento e ponderato diritto di critica, è inaccettabile in quanto volta a incidere sul libero convincimento del magistrato traducendosi in un'aggressione alla funzione giudiziaria». Leggi l'articolo completo su
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