Una ragazzina di 13 anni rimane incinta e i suoi parenti, per farla abortire, hanno la brillante idea di prenderla a calci e pugni nella pancia, proprio mentre la futura mamma era all'ottavo mese di gravidanza.
Ovviamente, dopo una 'scarica' di botte, la ragazzina abortisce spontaneamente, ma le brutalità non si fermano qui.
I parenti, non contenti, decidono di sbarazzarsi delle prove, presumibilmente per cercare di lavare le loro coscienze e far finta che mai nulla fosse accaduto.
Così hanno preso il feto del bimbo e hanno deciso di bruciarlo.
Il fattaccio è stato scoperto dalla polizia di Dallas che ha subito arrestato i familiari coinvolti nel gravissimo crimine: gli investigatori, però, stanno ancora cercando i resti bruciati del povero bimbo. Leggi l'articolo completo su
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