"Speriamo che non sia morta invano - commenta il padre Paolo sulle pagine del Corriere - Forse durante il processo che inizierà a metà aprile avrò il coraggio di guardare negli occhi gli aguzzini di mia figlia Lo vorrei fare per onorare il suo ultimo desiderio: far sì che si rendano conto del male che hanno fatto. La dignità di un’adolescente è stata massacrata per scherno e con troppa superficialità. È successo a Carolina, poteva capitare a chiunque". Lui quel video che ha spinto la figlia al suicidio non l'ha mai voluto vedere. Nelle immagini riprese con il cellulare Carolina era ad una festa, ubriaca a semi-incosciente, mentre alcuni suoi compagni mimano degli atti sessuali. Gli autori del video sono cinque ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni, tutti imputati per diffusione di materiale pedopornografico e violenza sessuale. Il miglior modo per ricordare Carolina è fare in modo che il suo incubo non capiti ad altri. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it