L’uomo, un 68enne di Gallipoli, è stato trasportato subito in Pronto soccorso, dove gli sono stati riscontrati un trauma cranico, la contusione al cuoio capelluto e una ferita sanguinante in testa, medicata poi con numerosi punti di sutura. Ma è stato quando sono venuti a conoscenza delle circostanze in cui l’uomo si era ferito che i medici hanno ritenuto opportuno richiedere l’intervento dei carabinieri.
Superati l’imbarazzo e la paura iniziale, infatti, l’uomo ha raccontato ai militari della Compagnia di Gallipoli di aver di aver ospitato in casa propria, la sera prima, una donna di origini rumene conosciuta on-line, con la quale aveva instaurato uno scambio frequente di messaggi attraverso le chat.
I suoi ricordi si fermano all’ultima persona con cui ha interagito prima di perdere conoscenza e di risvegliarsi nel letto, dolorante e ferito. Al risveglio, inoltre, l’uomo si sarebbe accorto del fatto che dalla sua casa mancavano denaro e alcuni oggetti d’oro. Da qui, la deduzione che ad aggredirlo e derubarlo sia stata proprio la donna, sebbene la denuncia sia stata fatta contro ignoti.
Ad avvalorare la tesi dell’uomo, e a spiegare i ricordi confusi e il vuoto di memoria, i risultati delle analisi sopraggiunte nel frattempo, che hanno dimostrato come nelle urine ci fossero chiare tracce di sedativo. A causa dello stato di agitazione in cui versava l’uomo, già affetto anche da ipertensione, i sanitari ne hanno disposto il ricovero.
Una storia dai tratti poco chiari e confusi, così come appare dal racconto del malcapitato, su cui forse solo le indagini dei carabinieri potranno fare maggiore chiarezza, e che si lega al filone degli adescamenti online e delle insidie della rete e delle chat. Un fenomeno delicato e in netta espansione, che vede numerosi uomini, soprattutto anziani adescati e truffati con la scusa di uno scambio di effusioni, e che sempre più spesso sfocia invece in atti di violenza. Leggi l'articolo completo su
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