Cresciuta ma non troppo. Leggermente mutate anche le dimensioni (3,45 metri, ovvero 25 mm di lunghezza in più), un dettaglio che ha consentito di guadagnare un po’ di spazio per i passeggeri seduti dietro e per i bagagli. La nuova Aygo si fa notare per un aspetto molto personalizzato, soprattutto nel design del frontale, che richiama una grande X, e nelle vistose colorazioni che caratterizzano cornici e modanature. Una scelta ardita, che sottolinea una inedita sportività: in casa Toyota dicono sia dettata dal J-Playful, nuovo motivo stilistico ispirato alla cultura giovanile giapponese. In linea con C1 e 108, invece, le soluzioni di carrozzeria a 3 o 5 porte, l’opzione tetto apribile (in tela) e la discutibile conferma dei finestrini posteriori apribili solo a compasso.
Un solo motore a benzina. A differenza delle francesine, sulla Aygo non saranno disponibili motorizzazioni diesel, ma soltanto il motore tre cilindri a benzina di 1,0 litri, della famiglia VVTi, con potenza di 69 cv e 95 Nm. Un motorino rivisto appena nell’impianto di raffreddamento, che assicura consumi ed emissioni molto ridotti, soprattutto nella versione abbinata allo Start&Stop, per la quale la Toyota dichiara 3,9 litri/100 km e CO2 limitata a 90 gr/km (4,1 litri e 95 gr/km senza Start&Stop). Disponibile l’opzione tra cambio manuale a 5 marce e automatico MMT.
Più equipaggiata e più sicura. Adeguate al salto di qualità le dotazioni, che comprendono il sistema multimediale x-touch con schermo da 7 pollici, la telecamera posteriore di parcheggio, il climatizzatore automatico, il volante con tasti per la radio e la possibilità di sfogliare tra le sezioni audio, telefono, connect, car-information e setup. Quanto alla sicurezza, oltre all’ABS e all’ESC non mancano il sistema di distribuzione elettronica della forza frenante, il limitatore di velocità e il controllo della pressione dei pneumatici. Niente male per una piccolissima citycar con listino (non ancora ufficializzato) compreso tra 10.000 e 13.000 euro. Leggi l'articolo completo su
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