Toyota e Ford costrette a chiudere fabbriche in Canada per protesta dei camionisti No Vax. Problemi anche per Stellantis

La protesta dei camionisti no vax in Canada

Due delle più grandi case automobilistiche del mondo, Ford e Toyota, hanno annunciato la chiusura temporanea delle loro fabbriche in Canada a causa delle proteste dei camionisti no-vax che stanno bloccando l’arrivo di componenti. Anche il gruppo Stellantis, che controlla Fiat Chrysler, ha annunciato ritardi nella produzione nella sua fabbrica in Ontario per la mancanza di pezzi. I camionisti stanno bloccando da giorni l’Ambassador Bridge, il più importante valico di frontiera tra Usa e Canada, dove passa circa un quarto del commercio tra i due Paesi. Si stima che la paralisi del commercio costerà 300 milioni di dollari al giorno. Le capitali europee si blindano contro i cosiddetti «convogli della Libertà», la nuova forma di protesta ideata dai no-vax per denunciare le restrizioni sanitarie anti-Covid sul modello del «Freedom convoy» lanciato dai camionisti in Canada. All’indomani della partenza dei primi convogli dal sud della Francia, Parigi, Bruxelles e Vienna hanno decretato il blocco dell’accesso a tutti gli automezzi che aderiscono alla protesta.

«Non sono convogli della libertà, sono convogli della vergogna e dell’egoismo. Non sono patrioti, ma irresponsabili», tuona il segretario di Stato francese agli affari europei, Clément Beaune, intervistato da Lci. A meno di 60 giorni dal voto, il fedelissimo del presidente Emmanuel Macron deplora questo «ennesimo episodio degli antivax». Da parte loro, i manifestanti sostengono che si tratta di una sorta di «continuazione» della protesta dei gilet gialli che tra fine 2018 e inizio 2019 bloccò la Francia, con una lunga serie di manifestazioni di piazza macchiate dalle violenze e da duri scontri con la polizia. Una protesta cui ora si aggiungono frange anti-green pass e no vax. Alcuni manifestanti intervistati a bordo dei «Convogli della Libertà» esprimono infatti rivendicazioni anche in termini di potere d’acquisto e lotta al caro-benzina, proprio come ai tempi dei gilet jaunes, ma Beaune mette in guardia dal confondere «un movimento complottista no vax e un movimento sociale, con desideri o preoccupazioni legittime». I primi «convogli della Libertà» sono partiti mercoledì da Nizza, Bayonne e Perpignano, con l’obiettivo di raggiungere Parigi domani sera e poi spingersi fino a Bruxelles il 14 febbraio, in una sorta di «convergenza europea» della lotta. A Parigi, la polizia ha detto che vieterà il loro ingresso, con un «dispositivo specifico per impedire il blocco delle strade, verbalizzare e arrestare i trasgressori del divieto».

Il prefetto Didier Lallement ha ordinato agli agenti di dar prova di «fermezza». Chi blocca la circolazione, avverte la polizia, rischia fino a due anni di carcere. A stretto giro di posta è arrivato anche l’annuncio del Belgio. «Metteremo in campo i mezzi per impedire il blocco della Regione di Bruxelles-Capitale», avverte il borgomastro di Bruxelles, Philippe Close, precisando che la decisione è stata presa di concerto con l’esecutivo regionale e la ministra dell’Interno belga, Annelies Verlinden. Per la manifestazione, prevista lunedì non era stata ancora chiesta l’autorizzazione alle autorità del Regno, che hanno comunque deciso di intervenire. Lo stesso divieto è stato poi adottato dalla polizia austriaca in vista di una manifestazione annunciata vicino a un parco nel centro di Vienna, e giudicata «un fastidio inaccettabile» per il rumore e l’inquinamento. Intanto, oltreoceano, due grandi case automobilistiche, Ford e Toyota, hanno annunciato la chiusura temporanea delle loro fabbriche in Canada a causa delle proteste dei camionisti no-vax che stanno fermando l’arrivo di componenti. Anche Stellantis, che controlla Fiat-Chrysler, ha annunciato ritardi nella produzione nella sua fabbrica in Ontario per mancanza di pezzi. I camionisti stanno bloccando da giorni l’Ambassador Bridge, il più importante valico di frontiera tra Usa e Canada, dove passa circa un quarto del commercio tra i due Paesi, e da oggi anche quello di Emerson, che collega Manitoba con il Nord Dakota. Il Dipartimento per la sicurezza interna americana lancia l’allarme: i camionisti no-vax potrebbero puntare Los Angeles per paralizzare il Super Bowl, per poi dirigersi verso Washington in occasione del discorso sullo stato dell’Unione di Joe Biden.

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