Su questo fronte si è immediatamente espresso il primo cittadino di Londra, Sadiq Khan, che ha chiesto un intervento del Governo per reintrodurre nella zona di sua competenza un programma di rottamazione dei diesel. Questo provvedimento - commentato favorevolmente dagli amministratori delle cittadine attorno alla Capitale, visti gli altissimi livelli di inquinamento a Londra con 14,9 milligrammi di PM 2.5 per chilometro quadro - dovrebbe comportare un aiuto di 2.000 sterline per ogni auto diesel eliminata dalla circolazione (e acquisto di un modello a basso impatto o passaggio a modalità alternative di trasporto) e di 3.500 sterline per la rottamazione dei veicoli commerciali.
Il piano, fanno notare diversi esperti, finirebbe per avere un costo altissimo, oltre mezzo miliardo di sterline, e senza comprendere parallelamente altri interventi per migliorare la qualità dell'aria, come quelli sui trasporti pubblici e sulle infrastrutture. L'SSMT - l'associazione dei costruttori che corrisponde alla nostra Anfia - ha commentato attraverso il Ceo Mike Hawes di ''apprezzare la pubblicazione di una proposta governativa per migliorare la qualità dell'aria'' ma ha anche ricordato che ''i diesel Euro 6 che sono in vendita in Gran Bretagna non sono e non possono essere sottoposti ad alcuna penalizzazione in nessuna zona del Paese''.
Il Governo britannico aveva già attuato un programma di rottamazione dei diesel nel 2009, stanziando un budget da 300 milioni di sterline per offrire un incentivo - pari a 1.000 sterline senza distinzioni - a chi sostituiva o toglieva dalla circolazione un'auto o un furgone di tipo “inquinante”. Attualmente, tra le proposte che arrivano dai palazzi governativi, vi è anche l'arrivo, per la fine dell'anno, del cosiddetto Clean Vehicle Retrofit Accreditation Scheme che prevede incentivi per un non meglio precisato ''sistema di retrofit da applicare a veicoli già in circolazione e che ''secondo le valutazioni di un ente indipendente fornirà i benefici attesi''.
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