Il restante 59,1% è rappresentato da autocarri Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3. Si tratta di veicoli con più di 12 anni di età e che quindi sono caratterizzati da livelli di inquinamento piuttosto lontani dai modelli di più recente produzione. Sebbene le immatricolazioni di nuovi autocarri siano in crescita, è difficile pensare che l'intero parco circolante datato possa essere sostituito in tempi brevi. Ma non è solo attraverso il ricambio dei mezzi in circolazione che si possono rendere più sicuri e più ecocompatibili i trasporti su strada.
Per raggiungere questi obiettivi è possibile mettere in atto una serie di accorgimenti e comportamenti virtuosi, come ad esempio sottoporre periodicamente gli autoveicoli, e in particolare quelli più datati, alle revisioni obbligatorie per legge, agli interventi di manutenzione e ai controlli sullo stato di usura e della pressione di gonfiaggio dei pneumatici, che hanno una notevole influenza sul consumo di carburante di un veicolo e sulle sue emissioni di CO2.Inoltre, una soluzione eccellente per migliorare l'impatto ambientale di tutti gli autoveicoli, sottolinea Airp, è l'utilizzo di pneumatici ricostruiti. Leggi l'articolo completo su
Leggo.it