Una visita senza precedenti, preparata in gran segreto «da mesi» - svela a cose fatte la Casa Bianca - e che ha avuto luce verde dal commander in chief Joe Biden solo venerdì scorso. Ripetute smentite, programmi falsi e depistaggi fino all’ultimo, per garantire la sicurezza del presidente americano. E poche ore prima della partenza Mosca è stata avvisata, per evitare «qualsiasi errore di calcolo che potesse portare le due nazioni dotate di armi nucleari in un conflitto diretto».
Sono i retroscena dello storico blitz di Biden a Kiev per incontrare Zelensky alla vigilia del primo anniversario della guerra. Il presidente ha lasciato Washington senza preavviso dopo che lui e sua moglie Jill hanno cenato fuori in un ristorante sabato sera. L’Air Force One ha lasciato la Joint Base Andrews alle 4,15 di domenica, le 10,15 in Italia. I giornalisti al seguito sono stati privati di cellulari e computer. Dopo l’atterraggio nella base Nato di Rzesow, in Polonia, Biden è arrivato a Kiev in treno dal confine polacco, da dove «aerei di sorveglianza statunitensi, tra cui il radar aviotrasportato E-3 Sentry e un velivolo elettronico RC-135W Rivet Joint, sorvegliavano la capitale ucraina».
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